Galassie come ‘righelli cosmici’

Artwork_DarkEnergyUtilizzando le galassie come tanti “righelli cosmici”, un astronomo del Dipartimento di Astronomia di Harvard e dell’Harvard Smithsonian Center for Astrophysics sta esplorando l’Universo per studiare la struttura su larga scala e verificare alcuni modelli che tentano di spiegare la misteriosa energia scura.

Daniel Eisenstein utilizza le galassie come se fossero “righelli cosmici” allo scopo di studiare la struttura su larga scala dell’Universo e cercare di verificare quei modelli che tentano di descrivere l’energia scura, quella misteriosa forza che sembra essere responsabile dell’espansione accelerata dello spazio. Eisenstein guida il terzo progetto della Sloan Digital Sky Survey (SDSS), fino al 2014, che ha lo scopo di costruire una delle mappe più dettagliate della distribuzione delle galassie nell’Universo. Eisenstein ha trovato un metodo per determinare la posizione delle galassie in modo da capire come sono distribuite nello spazio. Finora, ciò che è stato osservato è in accordo con quanto trovato negli anni ’90 e cioè che noi viviamo in un Universo che non solo si sta espandendo ma che sta anche accelerando. “Una delle chiavi di svolta per risolvere l’enigma dell’energia scura è quella di realizzare una serie di misure molto precise delle distanze cosmologiche” spiega Eisenstein. Al momento, da questo studio emerge il fatto che le galassie tendono a raggrupparsi ad una distanza ben specifica e che la distanza media di separazione tra coppie di galassie è dell’ordine di 500 milioni di anni-luce.

Harvard University: Using galaxies as yardsticks