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IceCube ‘vede’ il neutrino più energetico mai rivelato

Nel 2013, l’esperimento per neutrini IceCube, situato al Polo Sud, ha osservato due eventi di alta energia che i fisici hanno battezzato Bert ed Ernie, dai nomi dei personaggi di Sesame Street. Successivamente, è stato identificato ancora un altro evento. Ma pare, però, che ce ne sia un quarto che faccia parte della squadra dei neutrini “super energetici”. Oggi, gli scienziati hanno riportato un evento di energia ancora più elevata, uno di quelli che offre ai ricercatori la strada migliore per utilizzare i neutrini super energetici allo scopo di identificare la/le sorgente/i di raggi cosmici ultra-energetici (post). L’evento è stato registrato con una energia pari a più di 2000 trilioni di eV e si tratta di un neutrino muonico.

Symmetry Magazine: IceCube sees highest-energy neutrino ever found

arXiv: Determining neutrino oscillation parameters from atmospheric muon neutrino disappearance with three years of IceCube DeepCore data

arXiv: Evidence for High-Energy Extraterrestrial Neutrinos at the IceCube Detector

arXiv: Probing the origin of cosmic-rays with extremely high energy neutrinos using the IceCube Observatory

arXiv: Pinpointing Extragalactic Neutrino Sources in Light of Recent IceCube Observations

arXiv: The highest energy neutrinos: first evidence for cosmic origin

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ALMA osserva galassie primordiali in formazione

La figura mostra una combinazione di immagini realizzate da ALMA e dal Very Large Telescope. L’oggetto al centro, BDF 3299, è una galassia molto distante, osservata quando l’Universo aveva un’età meno di 800 milioni di anni. La nube brillante color rosso appena in basso a sinistra è stata rivelata da ALMA. Si tratta di una vasta nube di materia che si trova nella fase primordiale di formazione galattica. Credit: ESO/R. Maiolino

L’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) è stato utilizzato per rivelare le nubi più distanti di gas che stanno formando stelle nelle galassie distanti. Queste osservazioni permettono agli astronomi di iniziare a vedere come si sono formate le prime galassie e come esse hanno, per così dire, “ripulito” la cosiddetta “nebbia cosmica” durante l’epoca della reionizzazione. E’ la prima volta che queste protogalassie vengono osservate come più di semplici, deboli blob. I rislutati di questo studio sono pubblicati su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

ESO: ALMA Witnesses Assembly of Galaxies in the Early Universe for the First Time

arXiv: The assembly of “normal” galaxies at z=7 probed by ALMA

Osservare una supernova con una nuova luce

La supernova 3C 58, osservata inizialmente nell’anno 1181 dagli astronomi cinesi e giapponesi, qui ripresa in banda X dal telescopio spaziale Chandra. Credit: NASA/CXC/SAO

Le supernovae di tipo Ia vengono considerate “candele standard” in quanto servono per determinare le distanze cosmologiche dell’Universo. La domanda è: questi oggetti esplodono allo stesso modo? Per rispondere a questa domanda, gli scienziati devono prima comprendere ciò che causa l’esplosione stellare. Di recente, uno studio realizzato da alcuni ricercatori del California Institute of Technology (Caltech) e del Weizmann Institute of Science fornisce un raro indizio del processo. I risultati sono pubblicati su Nature. Continua a leggere Osservare una supernova con una nuova luce

Eccesso di raggi-gamma da Reticulum 2: indizi di materia scura?

La scoperta di una nuova galassia nana che orbita attorno alla Via Lattea rappresenta una vera e propria sorpresa in quanto appare emettere raggi-gamma. L’esatta sorgente di questa radiazione di alta energia è ancora incerta ma potrebbe essere, secondo gli autori dello studio, apparso su Physical Review Letters, un segnale legato alla presenza di materia scura che si cela nel nucleo della galassia, in quanto non c’è alcuna ragione del fatto che questo oggetto debba emettere raggi-gamma così energetici.  Continua a leggere Eccesso di raggi-gamma da Reticulum 2: indizi di materia scura?

Le forze che muovono le stelle

Si tratta di una scoperta che sta cambiando la nostra visione sul modo con cui la fusione (merging) di due galassie può determinare un insolito moto stellare nelle galassie ellittiche risultanti: i dati suggeriscono che la regione centrale ruota nella direzione opposta a quella delle altre stelle della galassia. I risultati di questo studio sono pubblicati su Astrophysical Journal Letters. Continua a leggere Le forze che muovono le stelle

NGC 2276-3c, un interessante membro di una generazione di buchi neri

Grazie ad una serie di osservazioni condotte con l’osservatorio per raggi-X Chandra e la rete europea di radiotelescopi EVN, gli astronomi hanno identificato un nuovo oggetto nella galassia a spirale NGC 2276 che potrebbe essere considerato un buco nero di massa intermedia in quanto permetterebbe di completare il quadro della storia evolutiva di questi enigmatici corpi celesti. I risultati appariranno su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Continua a leggere NGC 2276-3c, un interessante membro di una generazione di buchi neri

A1689-zD1, una galassia matura nell’Universo primordiale

Grazie ad una serie di osservazioni realizzate con il Very Large Telescope’s X-shooter dell’ESO e il radiotelescopio ALMA, un gruppo di astronomi ha osservato una delle galassie più giovani e più remote mai identificate. Denominata con la sigla A1689-zD1, si tratta di un oggetto scoperto nel Febbraio del 2008, mediante osservazioni basate sul redshift fotometrico, ed è stato candidato come la galassia più distante mai rivelata. I nuovi dati indicano che l’oggetto si trova in una fase avanzata della sua evoluzione. Infatti, esso possiede una quantità di polvere simile a quella di una galassia già matura, come la Via Lattea, vitale per la vita perché determinante per la formazione di pianeti, molecole complesse e stelle. I risultati su Nature.

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NIROSETI, una nuova strategia per la ricerca di ET

Gli astronomi hanno esteso la ricerca di civiltà intelligenti in un nuovo settore che utilizza dei particolari rivelatori a luce infrarossa. Questi strumenti hanno già iniziato ad esplorare il cielo per rivelare eventuali messaggi interstellari provenienti da altri mondi. Secondo gli studiosi, la luce infrarossa rappresenterebbe un mezzo eccellente ed efficace per comunicare nello spazio. Continua a leggere NIROSETI, una nuova strategia per la ricerca di ET

Come ti rallento la velocità della luce

Sappiamo che la velocità della luce è una costante nel vuoto. Oggi, però, sembra che esista un modo per alterare indirettamente la sua velocità facendola propagare attraverso una maschera speciale. In questo modo, viene modificata apparentemente la ‘forma’ del fotone rendendolo così più lento propagandosi nel vuoto rispetto ad un fotone normale. Continua a leggere Come ti rallento la velocità della luce