Qualche mese fa, ho pubblicato un post in cui vengono spiegate alcune ipotesi sulla mancanza di emissione di radiazione che ci si aspettava dall’interazione tra la nube di gas G2 e il buco nero della Via Lattea Sagittarius A* (Sgr A*). Oggi, però, un nuovo studio mostra come la nube G2 sia arrivata ad una distanza di circa 30 miliardi di chilometri dal buco nero sopravvivendo alla sua intensa attrazione gravitazionale. I risultati sono apparsi suAstrophysical Journal Letters.
Gli oggetti Thorne-Zytkow potrebbero originarsi quando una supergigante rossa (a sinistra) cattura una stella di neutroni (a destra). Credit: John Foster/Science Photo Library
In questi anni di numerose scoperte astronomiche non ci potevamo far scappare il primo oggetto ‘candidato’ appartenente ad una classe “teorica” la cui esistenza fu proposta nel 1975 da Kip Thorne e Anna Żytkow. Gli oggetti di tipo Thorne-Żytkow (TŻO) sono una sorta di stelle intermedie, cioè ibride, a metà strada, si fa per dire, tra una supergigante rossa e una stella di neutroni e che a livello superficiale ricordano le supergiganti rosse, come ad esempio Betelgeuse. Questi particolari oggetti esotici differiscono per le proprietà chimiche che sono dovute ad una attività unica presente negli strati stellari più interni. Si ritiene che la loro origine sia dovuta all’interazione gravitazionale di due stelle di grande massa, una supergigante rossa e una stella di neutroni che si è formata durante l’esplosione di una supernova in un sistema binario ‘stretto’. Nonostante il meccanismo fisico sia ancora incerto, la teoria più accreditata suggerisce che, a seguito dell’interazione tra le due stelle, quella più massiccia (la supergigante rossa) cattura la stella di neutroni che inizia così ad orbitare attorno al nucleo della supergigante.