L’argomento più caldo della scorsa settimana, e che ha fatto il giro del web e dei media tradizionali, è stato l’annuncio da parte di Stephen Hawking secondo il quale ci sarebbe un modo per risolvere il famigerato paradosso dell’informazione dei buchi neri. I fisici hanno a lungo dibattuto su ciò che accade all’informazione circa lo stato fisico di un oggetto che viene “risucchiato” da un buco nero. Inizialmente, si pensava che l’informazione fosse perduta per sempre ma poi si concluse che ciò violava le leggi della meccanica quantistica. Ora secondo lo scienziato inglese, che ha presentato la sua proposta durante la Hawking Radiation Conference ospitata dal Nordic Institute for Theoretical Physics (Nordita) in Svezia (post), l’informazione non finirebbe completamente nel buco nero ma potrebbe essere per così dire “trattenuta” nel suo confine, ossia nell’orizzonte degli eventi, ed essere “trasportata” verso l’esterno, anche se in una forma caotica, mediante la radiazione Hawking. Continua a leggere I buchi neri non sono eterne ‘prigioni’
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Holometer, un esperimento per studiare la natura dell’Universo
Se vedete in dettaglio lo schermo del vostro televisore noterete dei pixel, piccoli punti di dati che formano una immagine senza soluzione di continuità se ci allontaniamo. Gli scienziati ritengono che l’informazione contenuta nell’Universo sia contenuta allo stesso modo in una specie di “pixel spaziali” la cui dimensione naturale è 10 trilioni di trilioni di volte più piccola di un atomo, una distanza a cui i fisici si riferiscono in termini di scala di Planck. Continua a leggere Holometer, un esperimento per studiare la natura dell’Universo
Una descrizione olografica dei buchi neri quantistici al computer
Un gruppo di ricercatori giapponesi hanno realizzato una serie di simulazioni numeriche per verificare la relazione massa-temperatura di un buco nero. L’obiettivo è quello di capire se il loro “modello olografico” possa descrivere accuratamente i processi dinamici che avvengono in prossimità di un buco nero. Infatti, così come un ologramma è in grado di registrare l’informazione di oggetti tridimensionali posti su un piano, analogamente questa nuova “tecnica olografica” potrebbe descrivere quei fenomeni dinamici che avvengono in uno spazio estremamente curvo, proprio come succede attorno ad un buco nero, in termini di una teoria elaborata considerando uno ‘spaziotempo piatto’. Mentre in precedenza alcuni esperimenti si sono limitati a considerare una situazione in cui gli effetti della gravità quantistica possano essere trascurati, i risultati di questi test suggeriscono che il modello è corretto anche nel regime in cui gli effetti quantistici non possono essere trascurati. Il passo successivo è quello di applicare questa “teoria olografica” per risolvere una serie di interrogativi che riguardano l’evaporazione dei buchi neri.
KEK: Computer simulation supports a “holographic” theory describing a black hole
arXiv: Holographic description of quantum black hole on a computer