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La scoperta di Kepler-186f conferma l’esistenza di pianeti terrestri nella zona abitabile

Nonostante la recente scoperta di un pianeta extraterrestre delle dimensioni della Terra abbia fatto il giro del web, siamo ancora lontani dall’affermare che possa essere potenzialmente abitabile e perciò ospitare qualche forma di vita intelligente.
Denominato con la sigla Kepler-186f, si tratta del primo corpo celeste in orbita attorno ad una stella nana rossa ad una distanza ideale, nota come zona abitabile, dove l’acqua potrebbe esistere allo stato liquido, una condizione necessaria per lo sviluppo di qualche forma di vita, sia essa primitiva o complessa, almeno come noi la conosciamo. Inoltre, dobbiamo ammettere che potremo non essere in grado di saperlo poichè il pianeta non solo è distante dalla Terra, trovandosi a circa 500 anni-luce, ma risulta estremamente debole per effettuare delle eventuali “osservazioni dirette”. Non sappiamo di certo se la sua superficie sia rocciosa, nè se esista una atmosfera o di cosa sia fatta o se c’è in definitiva acqua sulla superficie.
Oggi, con l’attuale tecnologia non siamo ancora in grado di analizzare lo spettro dell’atmosfera di un esopianeta e non siamo nemmeno vicini a realizzare queste misure estremamente complesse. Forse dovremo aspettare la prossima generazione di telescopi spaziali, diciamo tra 10 o 20 anni. Nel frattempo qui sulla Terra si prepara ad entrare in funzione NESSI, cioè New Mexico Exoplanet Spectroscopic Survey Instrument, che avrà lo scopo di “assaggiare”, per così dire, gli esopianeti fornendo preziosi indizi sulla loro composizione chimica.
Insomma, stiamo parlando del primo corpo celeste delle dimensioni dei pianeti terrestri che si trova proprio nella zona abitabile ma è anche vero che le cose potrebbero cambiare presto. La ricerca di un pianeta che possa ospitare forme di vita intelligenti rimane ancora un obiettivo molto lontano, pura ricerca accademica, poichè non esiste un sistema solare alieno che si trovi abbastanza vicino da permettere una sorta di viaggio spaziale all’umanità, a meno che non avremo inventato tra qualche decina di anni i viaggi nel tempo. Viaggiando ad una velocità prossima a quella della luce, per raggiungere Kepler-186f e fare ritorno a terra occorrerebbero più di 1000 anni.
NASA: NASA's Kepler Discovers First Earth-Size Planet In The 'Habitable Zone' of Another Star
AFP: Quest for extraterrestrial life not over: experts say
Gemini Observatory: FIRST POTENTIALLY HABITABLE EARTH-SIZED PLANET CONFIRMED BY GEMINI AND KECK OBSERVATORIES
Digital press-kit: Kepler-186f: The First Earth-size Habitable Zone Planet of Another Star
Video: Animation depicting Kepler-186f, the first validated Earth-size planet orbiting a distant star in the habitable zone
GJ1214b, una super-Terra con una atmosfera ‘piena’ di acqua
Alla distanza di circa 42 anni-luce un gruppo di astronomi hanno individuato una super-Terra che potrebbe essere il primo esopianeta con una atmosfera contenente acqua.
Con il termine super-Terra gli astronomi definiscono un esopianeta la cui massa è compresa tra due e dieci volte la massa terrestre. Gli altri pianeti che hanno masse superiori sono simili a Urano e Nettuno in termini di dimensioni e forse anche sotto altri aspetti fisici. Ora, quando si parla di super-Terra ci si riferisce di solito alla massa del corpo celeste e non alle sue dimensioni, o alla sua distanza dalla stella, o alla sua temperatura superficiale o ancora alle sue proprietà che caratterizzano la composizione chimica dell’atmosfera. Attualmente, dei 576 esopianeti di cui si conoscono approssimativamente i parametri fisici di base, ce ne sono 36 che appartengono alla categoria super-Terra. Di recente, un gruppo di astrofisici del CfA hanno studiato l’atmosfera di una super-Terra, nota come GJ1214b, che ha una massa pari a circa 6,5 volte la massa della Terra, un raggio circa 2,7 volte quello terrestre e che orbita attorno ad una stella nana rossa di tipo spettrale M. Analizzando il moto del pianeta durante il suo transito, grazie allo spettrometro ad infrarossi a bordo del telescopio spaziale Hubble, i ricercatori hanno scoperto che l’atmosfera del pianeta assorbe la luce della stella alterando leggermente il suo spettro intrinseco. Applicando vari modelli che descrivono le atmosfere planetarie, gli astronomi hanno concluso che l’atmosfera di GJ1214b deve contenere con ogni probabilità vapor acqueo. Lo studio dell’atmosfera di un pianeta distante che si trova a circa 42 anni-luce rappresenta un passo fondamentale nell’ambito della ricerca dei pianeti extrasolari.
Gliese 581g, un mondo alieno potenzialmente abitabile

Un gruppo di ricercatori dell’Università della California, a Santa Cruz, e del Carnegie Institution di Washington, ha annunciato la scoperta di un pianeta extrasolare che ha circa tre-quattro volte la massa terrestre e che orbita, con un periodo di circa 37 giorni, attorno ad un stella nana rossa vicina, Gliese 581, che si trova a circa 20 anni-luce nella costellazione della Bilancia.
Il fatto interessante è che il pianeta avrebbe una superficie rocciosa ed una gravità tale da possedere una atmosfera. Inoltre, esso si troverebbe a metà strada di quella che viene definita come la “zona abitabile” dove l’acqua può esistere allo stato liquido sulla superficie del pianeta. Se confermata, questa potrebbe essere una scoperta importante relativa al primo pianeta extrasolare di tipo terrestre potenzialmente abitabile.