L’annuncio relativo alla rivelazione delle onde gravitazionali da parte del Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory (LIGO) ha causato una grande eco nell’ambito della comunità dei fisici e astronomi al punto che adesso si dovrà iniziare davvero ad esplorare più in profondità questa nuova finestra sull’Universo. Come è stato già detto, il segnale, registrato il 14 Settembre 2015 da entrambi gli interferometri LIGO, è stato prodotto dalla fusione di due buchi neri di massa iniziale pari a circa una trentina di Soli. Ciò ha permesso agli scienziati di risolvere immediatamente un enigma astrofisico in quanto l’esistenza di binarie di buchi neri era stata messa in dubbio. Ulteriori osservazioni potranno fornirci preziosi indizi sulla natura di oggetti esotici come le stelle di neutroni e le supernovae. Ma siamo solo all’inizio. Le onde gravitazionali ci permetteranno di esplorare non solo alcuni aspetti della fisica fondamentale ma possibilmente potranno portarci ai primi istanti di vita dell’Universo. La domanda è: quali misteri della cosmologia potremo mai risolvere ora che siamo entrati nell’era dell’astronomia gravitazionale? Continua a leggere Nuovi scenari per l’astronomia gravitazionale
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L’alba dell’astronomia gravitazionale
Forse non tutti sanno che la rivelazione sperimentale delle onde gravitazionali, avvenuta il 14 Settembre del 2015 e annunciata giovedì scorso 11 Febbraio 2016 in una conferenza stampa a Washington DC, è stata possibile grazie alla versione “avanzata” di LIGO (Advanced LIGO, a LIGO). Queste onde dello spazio, che allungano e accorciano la lunghezza dell’interferometro di una quantità incredibilmente piccola, hanno avuto origine da una violenta fusione (merger) di due buchi neri, di massa iniziale pari a una trentina di masse solari, così come riportato nell’articolo scientifico pubblicato su Physical Review Letters. Si tratta di un fenomeno accaduto in una galassia distante 1,3 miliardi di anni-luce e le “increspature” nello spaziotempo, per l’appunto le onde gravitazionali, sono arrivate qui sulla Terra qualche mese fa.
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L’evoluzione finale di una coppia di stelle di neutroni
Gli astronomi ritengono che la collisione di due stelle di neutroni rappresenti, molto probabilmente, la causa principale dei lampi gamma di breve durata (short Gamma Ray Burst, short-GRB), esplosioni stellari estremamente potenti visibili da miliardi di anni-luce. Tuttavia, la formazione di un GRB dipende da ciò che rimane dopo il processo di fusione (merger) delle due stelle: in altre parole, avremo un’altra stella di neutroni o un buco nero? I risultati di questo studio sono pubblicati su Astrophysical Journal. Continua a leggere L’evoluzione finale di una coppia di stelle di neutroni
Il più grande ‘anello’ di GRB: reale o effetto di proiezione?
Un team di astronomi ungheresi e americani ha trovato ciò che sembra essere la “struttura più grande” dell’Universo osservabile: un anello di ben 9 lampi gamma, e quindi di galassie, che si estende per 5 miliardi di anni luce. Gli scienziati, guidati da Lajos Balazs del Konkoly Observatory a Budapest, descrivono i loro risultati su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Continua a leggere Il più grande ‘anello’ di GRB: reale o effetto di proiezione?
Lampi gamma da una supernova super brillante

Astronomi del Niels Bohr Institute hanno osservato un lampo gamma di lunga durata, molto insolito, associato con una supernova super-brillante. I risultati di questo studio sono pubblicati su Nature. Continua a leggere Lampi gamma da una supernova super brillante
Svelare il mistero dei gamma-ray burst
In un articolo apparso su Astrophysical Journal Letters, due astronomi sperano di svelare le origini dei lampi-gamma, o gamma-ray burst (GRB), corti o di breve durata con l’ausilio di giganteschi ‘microfoni’ spaziali. I due ricercatori della Scuola di Fisica e Astronomia della Cardiff University stanno cercando di capire come potrebbe presentarsi l’eventuale ‘suono’ che si dovrebbe sentire quando i rivelatori LIGO e Virgo entreranno in funzione nel 2015. La speranza è che questi particolari ‘microfoni’, che si estendono su una scala di un chilometro, saranno in grado di rilevare le onde gravitazionali generate, ad esempio, quando una stella di neutroni viene ‘catturata’ da un buco nero. Queste esplosioni di radiazione estremamente energetiche sono state rivelate dai satelliti per raggi-gamma Fermi e Swift ma l’origine esatta dei lampi-gamma rimane ancora sconosciuta.
Cardiff University: Unravelling the Mystery of Gamma-Ray Bursts