Un gruppo internazionale di astronomi ha scoperto una correlazione tra il modo con cui le stelle giovani crescono e quello mediante il quale i buchi neri e altri oggetti esotici si alimentano dall’ambiente circostante. I risultati sono riportati su Science Advances. Continua a leggere L’accrescimento è universale
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Da stelle giganti a buchi neri supermassicci
Uno dei misteri più grandi dell’astrofisica moderna è quello di capire come i buchi neri supermassicci, esistiti durante le fasi primordiali della storia cosmica, hanno raggiunto le loro enormi dimensioni. In uno studio recente, pubblicato su Astrophysical Journal, un gruppo di ricercatori esamina la possibilità che questi enigmatici oggetti si siano formati direttamente dal collasso gravitazionale di stelle supermassicce. Continua a leggere Da stelle giganti a buchi neri supermassicci
ULXs e SS 433, accrescimento supercritico

Grazie ad una serie di osservazioni realizzate con il telescopio Subaru, ricercatori del Special Astrophysical Observatory in Russia e della Kyoto University in Giappone hanno trovato delle evidenze che riguardano alcuni oggetti enigmatici che risiedono nelle galassie vicine: stiamo parlando delle sorgenti X ultra-luminose (Ultra-Luminous X-ray sources, ULXs). Continua a leggere ULXs e SS 433, accrescimento supercritico
Getti radio dal merging galattico
Grazie ad una serie di osservazioni condotte con lo strumento Wide Field Camera 3 (WFC3) a bordo del telescopio spaziale Hubble, un gruppo di astronomi ha studiato la relazione tra le galassie interagenti e l’attività dei buchi neri supermassicci che risiedono nei loro nuclei. I risultati, che saranno pubblicati su Astrophysical Journal, suggeriscono che i getti relativistici sono il risultato della fusione (merging) dei buchi neri. Continua a leggere Getti radio dal merging galattico
Nasty 1, una stella unica osservata da Hubble

Grazie ad una serie di osservazioni condotte con il telescopio spaziale Hubble, un gruppo di astronomi ha scoperto nuovi, sorprendenti indizi su una stella massiccia che sta invecchiando rapidamente. Soprannominata “Nasty 1”, da un gioco di parole che deriva dalla sigla NaSt1 con cui è classificata nel catalogo che prende il nome dalle prime due lettere di ciascuno dei due astronomi che la scoprirono nel 1963, Jason Nassau e Charles Stephenson, la stella ha mostrato un comportamento talmente strano rispetto alle altre stelle della Via Lattea. Nasty 1 potrebbe rappresentare una fase transitoria dell’evoluzione delle stelle molto massicce. I risultati appariranno su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Continua a leggere Nasty 1, una stella unica osservata da Hubble
Misteriosi quasar ‘fantasmi’
Grazie ad una serie di osservazioni realizzate con il telescopio spaziale Hubble, gli astronomi hanno fotografato otto strutture insolite, una sorta di “fantasmi” di quasar. Questi oggetti orbitano attorno alle proprie galassie e mostrano un color verde brillante. I risultati di queste osservazioni verranno pubblicati su Astronomical Journal. Continua a leggere Misteriosi quasar ‘fantasmi’
Forti ‘venti galattici’ da un buco nero supermassiccio
Molte galassie attive sono caratterizzate dalla violenta emissione di materiale proveniente dal nucleo che spinge la polvere e il gas fino alle regioni galattiche più esterne, perturbando così la formazione delle stelle. Gli astronomi hanno a lungo cercato di capire qual è la forza che si cela dietro questi enormi flussi di gas molecolare e ora un gruppo di ricercatori dell’Università del Maryland ritengono di aver trovato la risposta. I risultati di questo studio si sono guadagnati la copertina di Nature.
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La rapida evoluzione dei buchi neri primordiali
Due ricercatori, Tal Alexander del Weizmann Institute of Science, in Israele, e Priyamvada Natarajan della Yale University, hanno proposto uno scenario che riguarda l’evoluzione dei buchi neri primordiali. Nel loro articolo, pubblicato su Science, i due ricercatori propongono che questi oggetti potrebbero aver subito una evoluzione molto più veloce rispetto a quella dei buchi neri presenti all’epoca attuale grazie soprattutto all’elevata densità di gas, presente durante le fasi iniziali della storia cosmica, anche in assenza del disco di accrescimento.
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