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G2, la nube di gas ‘sopravvive’ al passaggio ravvicinato con Sgr A*
Qualche mese fa, ho pubblicato un post in cui vengono spiegate alcune ipotesi sulla mancanza di emissione di radiazione che ci si aspettava dall’interazione tra la nube di gas G2 e il buco nero della Via Lattea Sagittarius A* (Sgr A*). Oggi, però, un nuovo studio mostra come la nube G2 sia arrivata ad una distanza di circa 30 miliardi di chilometri dal buco nero sopravvivendo alla sua intensa attrazione gravitazionale. I risultati sono apparsi su Astrophysical Journal Letters.
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Betelgeuse si prepara ad una ‘collisione’ interstellare
Situata nella costellazione di Orione, Betelgeuse è stata di recente osservata dal telescopio spaziale Herschel che ha rivelato una serie di archi che circondano la più vicina super gigante rossa. I calcoli indicano che la stella e le sue strutture ad archi impatteranno una sorta di ‘muro di polveri’ tra 5000 anni.
Betelgeuse, che ha un diametro pari a circa 1000 volte quello del Sole e una luminosità circa 100 mila volte superiore, sta seguendo un percorso evolutivo che la porterà a formare una spettacolare supernova. Le recenti osservazioni nella banda del lontano infrarosso ottenute dal telescopio spaziale Herschel mostrano che i venti stellari stanno interagendo con il mezzo interstellare che circonda la stella e questo crea una onda d’urto man mano che la stella si muove nello spazio alla velocità di circa 30 Km/sec. Una serie di archi di polvere inframmezzati posti davanti alla direzione del moto della stella sono la prova della sua drammatica perdita di massa. In prossimità alla stella, si osserva un inviluppo più interno di materia che ha una struttura asimmetrica. Enormi celle convettive presenti nell’atmosfera stellare esterna sono, con ogni probabilità, il risultato di emissioni localizzate e raggruppate di detriti di polvere formatesi in stadi differenti nel corso della storia evolutiva della stella. Inoltre, si osserva una struttura lineare a grande distanza dalla stella, al di là delle strutture ad archi. Ora, mentre alcuni modelli precedenti hanno suggerito che questa ‘barra’ è il risultato di materia spazzata nel mezzo interstellare nel corso di un precedente stadio dell’evoluzione stellare, le analisi delle nuove immagini suggeriscono che si tratti o di un filamento lineare collegato al campo magnetico galattico oppure che si tratti della parte estrema di una nube interstellare vicina che viene illuminata da Betelgeuse. Nel caso in cui la struttura a barra è un oggetto completamente separato dalla stella, prendendo in considerazione il moto di Betelgeuse e dei suoi archi e la separazione tra queste e la struttura a barra, si calcola che l’arco più esterno colliderà con la struttura a barra tra 5000 anni, mentre Betelgeuse lo farà dopo circa 12.500 anni.
ESA press release: Betelgeuse braces for a collision arXiv: The enigmatic nature of the circumstellar envelope and bow shock surrounding Betelgeuse as revealed by Herschel
L’anello mancante delle stelle ipergiganti gialle
Un gruppo di scienziati hanno finalizzato i risultati di una lunga ricerca durata trent’anni relativa ad una stella ipergigante che ha attraversato la regione cosiddetta “Vuoto Evolutivo Giallo” nel diagramma di Hertzsprung-Russell. Durante questa particolare fase dell’evoluzione stellare, la temperatura superficiale della stella si è alzata rapidamente passando da 5000 a 8000 gradi. Grazie a questa scoperta, è stato trovato una sorta di ‘anello mancante’ dell’evoluzione stellare relativa alle stelle ipergiganti gialle.
Le ipergiganti sono le stelle più luminose che esistono nell’Universo. In particolare, la stella oggetto di studio e denominata con la sigla HR 8752 è 250 mila volte più luminosa del Sole e può essere osservata anche con un binocolo nella costellazione di Cassiopeia. Il vuoto evolutivo giallo è un intervallo di temperatura del diagramma H-R che va da 5000 a 12000 gradi. Il problema è che tale intervallo non è popolato da ipergiganti gialle quando invece ci si aspetta di trovare qualche stella nella fase di lento incremento della propria temperatura durante la parte finale della sua evoluzione. Questa ambiguità nasce dal fatto che le atmosfere stellari delle ipergiganti sono instabili all’interno di questo intervallo di temperature poiché le forze dirette verso l’esterno vengono bilanciate o addirittura diventano superiori rispetto a quelle che sono dirette verso le regioni più interne della stella. Ne consegue che l’instabilità delle atmosfere stellari causi alla ipergigante una tremenda perdita di massa al punto tale che esse attraversano questa fase in un tempo cosmologico molto breve. Inoltre, è stato trovato che questo intervallo di temperature consiste di due aree, associate rispettivamente alla ionizzazione dell’idrogeno e dell’elio, in cui le atmosfere stellari delle ipergiganti gialle diventano instabili e di una piccola striscia attorno agli 8000 gradi dove le atmosfere sono stabili. Questi risultati dimostrano che la stella ipergigante ha attraversato in parte il vuoto evolutivo giallo e confermano la teoria dell’evoluzione stellare di questa particolare classe di stelle. Ora, il passo successivo sarà quello di studiare altre ipergiganti in modo da misurare le enormi variazioni di temperatura che siano, però, compatibili con i nostri tempi scala. Gli scienziati hanno già selezionato una lista di candidati, dunque la ricerca continua.
[Press release: Hypergiant star turns out to be ‘missing link’ after 30 years]
Full article: The hypergiant HR 8752 evolving through the yellow evolutionary void