Gli astronomi prevedono tra qualche anno uno “scontro cosmico” tra un residuo stellare, ossia una stella di neutroni che ha le dimensioni di una città, e una delle stelle più brillanti della Via Lattea. I risultati di questo studio sono pubblicati su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.
L’oggetto compatto, una pulsar, è stato inizialmente identificato dal telescopio spaziale per raggi-gamma Fermi. Ulteriori osservanzioni in banda radio, condotte da un gruppo di ricercatori del Jodrell Bank Centre for Astrophysics dell’University of Manchester, tramite l’antenna di 76m (Lovell Radio Telescope) ora mostrano che la pulsar si muove in un’orbita estrema attorno alla stella compagna. Nei primi mesi del 2018, la forma dell’orbita farà immergere la pulsar in un ampio disco di gas e polveri che circonda la compagna, il che farà generare una serie di spettacolari esplosioni che creeranno emissione di radiazione dalle onde radio fino ai raggi gamma (video). Gli scienziati stanno pianificando una campagna globale per osservare l’evento che permetterà di rivelare delle informazioni importanti sulla formazione delle stelle.
La pulsar, nota con la sigla PSR J2032+4127, è una stella di neutroni estremamente magnetizzata e pesa circa due volte il Sole. Essa ruota 7 volte al secondo e il suo diametro è di circa 20 Km. Dopo la scoperta ottenuta dal telescopio spaziale Fermi nel 2009, una serie di misure precise degli intervalli di tempo dei segnali radio hanno indicato che essa sta precipitando rapidamente nel campo gravitazionale della sua compagna, una stella giovane e massiccia nota con la sigla MT91 213. L’orbita della pulsar ha un periodo di circa 25 anni e farà sì che che essa passerà molto vicino alla stella in meno di 3 anni. MT91 213, una stella di tipo spettrale Be, è 15 volte più massiccia del Sole e la sua luminosità è 10.000 volte superiore. Le stelle di tipo Be sono caratterizzate da forti venti stellari e da enormi dischi di materia che si accumulano intorno. Man mano che la pulsar si muove in questa sorta di “inferno celeste”, gli astronomi saranno in grado di utilizzarla, si fa per dire, come una specie di “sonda” per misurare il campo gravitazionale della stella, il suo campo magnetico, la densità dei venti stellari e la struttura del disco.
Phys.org: Astronomers predict fireworks from a close encounter of the stellar kind