C’è davvero ‘qualcuno’ là fuori?

extrasolar_planetLa risposta potrebbe essere, sorprendentemente, no! È quanto emerge da un meeting durante il quale un professore dell’Università di Edinburgo, Charles Cockell, direttore dell’UK Centre for Astrobiology, ha sollevato la possibilità che potrebbe non esistere vita extraterrestre nello spazio.

Man mano che gli scienziati aggiungono alla lista degli esopianeti sempre più mondi potenzialmente abitabili (post), il professor Cockell afferma che questi risultati potrebbero fuorviarci dallo studio verso la ricerca di vita su altri pianeti. “La natura pervasiva della vita sulla Terra ci sta portando a questa ipotesi”, dichiara Cockell. “Sul nostro pianeta il carbonio rappresenta un elemento base per la vita ma non possiamo assumere che sia la regola”. I pianeti abitabili potrebbero essere numerosi nell’Universo anche se la ricerca di eventuali forme di vita potrebbe darci risultati negativi. “Secondo me, è pericoloso assumere il fatto che la vita sia comune nell’Universo. Ciò incoraggia la gente a pensare che il fatto di non trovare ‘segni di vita’ su altri mondi possa essere frutto di un fallimento che, al contrario, ci potrebbe fornire molti indizi su come si è originata la vita”. Nel suo intervento, Cockell suggerisce che gli scienziati dovrebbero utilizzare questo punto di partenza per evitare l’assunzione che le eventuali condizioni di abitabilità siano necessariamente appropriate per ospitare la vita e, di conseguenza, bisognerebbe considerare il problema soprattutto da un punto di vista scientifico più solido e verificabile sperimentalmente. Inoltre, lo scienziato mette in evidenza un altro aspetto comune che i ricercatori prendono quando si parla di vita extraterrestre e cioè che la vita possa sempre risultare, in qualche modo, riconoscibile e tale che possiamo essere in grado di identificarla e di rivelarla. Nonostante la costruzione di telescopi di nuova generazione sempre più potenti e sofisticati e che ci permetteranno di avere maggiori indizi sull’esistenza di tracce di vita su altri mondi, Cockell sottolinea che il nostro modo di pensare, e quindi il nostro approccio alla ricerca, rimangono comunque influenzati dalle nostre conoscenze della vita sulla Terra. Per rivelare eventuali forme di vita aliena dovremmo partire dai seguenti punti:

  • Una volta che la vita abbia origine, essa potrà sviluppare un metabolismo tale da produrre alcuni gas che sono associati a forme di vita conosciute;
  • Una volta che questo tipo di metabolismo evolve, gli eventuali organismi potranno colonizzare in maniera copiosa un pianeta;
  • Una volta che gli organismi avranno colonizzato il pianeta, essi potranno produrre abbastanza gas o altri indicatori biologici sulla superficie tali da accumularsi in determinate concentrazioni che potrebbero essere successivamente identificate.

Dunque, secondo Cockell oggi dobbiamo accettare il fatto che la vita potrebbe esistere su un mondo abitabile senza, però, aspettarci che essa presenti ‘segni caratteristici’ che potrebbero essere un giorno facilmente individuabili dalla Terra.

The Royal Society: Characterising exoplanets: detection, formation, interiors, atmospheres and habitability