Che cosa illuminò il cosmo?

Che cosa produce più luce? Una città molto grande o più città minori? Certo, le città più grandi producono più luce ma è anche vero che i paesi piccoli sono più numerosi. Dunque, se capiamo come è distribuita la luminosità, allora saremo in grado di avere maggiori indizi, ad esempio, su come è strutturata una nazione. E’ quanto si stanno domandando, analogamente, gli astronomi in merito alla struttura dell’intero Universo: è possibile che la radiazione ultravioletta provenga da numerose galassie deboli o, invece, essa è correlata a un numero inferiore di quasar? Continua a leggere Che cosa illuminò il cosmo?

WISE J0304, una ‘palla gigante’ gassosa di tipo gioviano

Un gruppo di astronomi hanno identificato un pianeta gigante gassoso che potrebbe avere avuto una origine particolarmente diversa, trascorrendo gran parte delle sue fasi iniziali come una stella calda fino ad arrivare oggi con una temperatura molto bassa tipica di un pianeta. Continua a leggere WISE J0304, una ‘palla gigante’ gassosa di tipo gioviano

LUNA riproduce la nucleosintesi del litio

Uno dei problemi ancora aperti dell’astrofisica riguarda la questione del litio. Infatti, la quantità di litio prevista nelle stelle non è quella che ci aspettiamo (post1; post2). Nonostante ciò, i calcoli sono esatti, così come è stato confermato per la prima volta da un esperimento recente condotto presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso che ha permesso di calcolare la percentuale di litio che si produce sotto certe condizioni estreme, come quelle che hanno caratterizzato, appunto, il Big Bang. Continua a leggere LUNA riproduce la nucleosintesi del litio

MaNGA, una survey delle galassie vicine

Si tratta di una collaborazione internazionale che coinvolge più di 200 astronomi di oltre 40 istituti sparsi sul globo. Denominata MaNGA, che sta per Mapping Nearby Galaxies at Apache Point Observatory, questa nuova survey del cielo permetterà di espandere le nostre conoscenze sulle galassie, inclusa la Via Lattea, grazie ad una nuova tecnologia attraverso la quale sarà possibile studiare la struttura e la composizione di un campione di 10.000 galassie, con una precisione statistica che non è stata mai raggiunta prima. Continua a leggere MaNGA, una survey delle galassie vicine

RHIC rivela evidenze indirette di ‘barioni strani ultra pesanti’

A seguito di un recente esperimento realizzato presso il RHIC del Brookhaven National Laboratory, un gruppo di ricercatori ha trovato alcuni indizi relativi ad una particella misteriosa che è stata a lungo ipotizzata e che però non è mai stata rivelata. Finora, queste particelle elusive, denominate “barioni strani ultra pesanti”, non sono stati mai osservati direttamente e ora pare che esse stiano lasciando, per così dire, le tracce della loro esistenza. Queste particelle elusive potrebbero esistere in una sorta di “zuppa di plasma” di particelle subatomiche che simulerebbe lo stato fisico primordiale dell’Universo una frazione di millisecondo subito dopo il Big Bang. L’obiettivo dei ricercatori è quello di capire come differenti stati della materia, ad esempio il plasma quark-gluoni, cambiano fase a diverse temperature. Infatti, così come l’acqua può esistere allo stato liquido, o nella forma di ghiaccio o ancora di vapore, in funzione della temperatura e della pressione, anche le particelle nel nucleo atomico possono assumere forme differenti a diverse temperature.

RHIC: First Indirect Evidence of So-Far Undetected Strange Baryons

LiveScience: Hints of Mysterious Particle Detected in ‘Big Bang Soup’

LiveScience: Atom Smasher Sets Guinness Record for Hottest Man-Made Temperature

LiveScience: Primordial ‘Soup’ of Big Bang Recreated

LiveScience: Elusive ‘Exotic Hadron’ Particles Confirmed

Space.com: Big Bang Was Actually a Phase Change, New Theory Says

arXiv: Additional Strange Hadrons from QCD Thermodynamics and Strangeness Freeze-out in Heavy Ion Collisions

DES inizia per la seconda survey del cielo sud

Dopo gli ottimi risultati già ottenuti nel corso della sua prima stagione, è già iniziato il secondo anno della missione spaziale denominata Dark Energy Survey (DES), che avrà come obiettivo la survey del cielo meridionale con una accuratezza senza precedenti. Grazie alla risoluzione di 570 megapixel della Dark Energy Camera (DECAM), montata presso il telescopio Victor M. Blanco in Cile (post), gli scienziati avranno la possibilità di monitorare il cielo nel corso di cinque anni, sperando così di svelare i segreti dell’energia scura ed il suo impatto che essa avrà per l’evoluzione futura del nostro Universo. Inoltre, queste osservazioni permetteranno di realizzare tutta una serie di immagini spettacolari del profondo cielo senza precedenti.

Fermilab: Dark Energy Survey kicks off second season cataloging the wonders of deep space

Dark Energy Survey’s first season images

Dark Energy Detectives, the survey’s photo blog

DECam Interactive to see what the Dark Energy Camera sees


Holometer, un esperimento per studiare la natura dell’Universo

Se vedete in dettaglio lo schermo del vostro televisore noterete dei pixel, piccoli punti di dati che formano una immagine senza soluzione di continuità se ci allontaniamo. Gli scienziati ritengono che l’informazione contenuta nell’Universo sia contenuta allo stesso modo in una specie di “pixel spaziali” la cui dimensione naturale è 10 trilioni di trilioni di volte più piccola di un atomo, una distanza a cui i fisici si riferiscono in termini di scala di Planck. Continua a leggere Holometer, un esperimento per studiare la natura dell’Universo

RXTE codifica il ‘ritmo’ di un buco nero insolito in M82

Un gruppo di astronomi hanno svelato le ‘pulsazioni ritmiche’ di un particolare tipo di buco nero supermassiccio che si trova a 12 milioni di anni-luce dopo aver analizzato l’archivio dei dati del satellite della NASA Rossi X-ray Timing Explorer (RXTE). I segnali registrati dai ricercatori hanno permesso di identificare un oggetto di ‘taglia media’, denominato M82 X-1, che rappresenta la sorgente più brillante nei raggi-X della galassia di Messier 82, detta anche Galassia Sigaro, situata nella costellazione dell’Orsa Maggiore. La maggior parte dei buchi neri hanno dimensioni modeste e si formano dagli stadi finali dell’evoluzione stellare di stelle le cui masse possono arrivare fino a 25 volte la massa del Sole. Le galassie più grandi ospitano nei loro nuclei buchi neri supermassicci, dei veri e propri mostri del cielo, che possono contenere decine di migliaia di volte la massa solare.

NASA: NASA’s RXTE Satellite Decodes the Rhythm of an Unusual Black Hole

Nature: A 400-solar-mass black hole in the galaxy M82

arXiv: Can the 62 day X-ray period of the Ultraluminous X-ray source M82 X-1 be due to a precessing accretion disk?

arXiv: On the Nature of the mHz X-Ray Quasi-periodic Oscillations from Ultraluminous X-Ray Source M82 X-1: Search for Timing-Spectral Correlations


NuSTAR osserva un evento raro in prossimità di un buco nero supermassiccio

This plot of data captured by NASA’s Nuclear Spectroscopic Telescope Array, or NuSTAR, shows X-ray light streaming from regions near a supermassive black hole known as Markarian 335. Image Credit: NASA/JPL-Caltech/Institute for Astronomy, Cambridge

Il telescopio orbitale della NASA NuSTAR (Nuclear Spectroscopic Telescope Array) ha rivelato un evento raro nelle regioni immediatamente prossime ad un buco nero supermassiccio noto come ESO 362−G18, che risiede nel nucleo di una classe di galassie attive, dette di Seyfert, che presentano righe spettrali dovuti al gas ad alta ionizzazione. Gli scienziati ritengono che una sorgente compatta di raggi-X, che si trova nella cosiddetta corona, si è spostata verso il buco nero impiegando qualche giorno. Ciò ha fatto sì che l’intensa attrazione gravitazionale sui raggi-X dovuta al buco nero abbia causato una forte distorsione della radiazione. Tali eventi sono già stati osservati ma mai a questi livelli e con dettagli senza precedenti.

NASA: NASA’s NuSTAR Sees Rare Blurring of Black Hole Light

MNRAS: Black hole spin and size of the X-ray-emitting region(s) in the Seyfert 1.5 galaxy ESO 362−G18

IAU 312: Star Clusters and Black Holes in Galaxies Across Cosmic Time

Black Holes, dense star clusters, and galactic nuclei move into the focus of cosmological galaxy formation and evolution. High-resolution observations as well as simulations, in our local environment as well as in the distant universe approach the central engine and its co-evolution with stars and gas around. Black Holes formed in astrophysical environments are expected gravitational wave sources. Continua a leggere IAU 312: Star Clusters and Black Holes in Galaxies Across Cosmic Time